mercoledì 3 dicembre 2008


E finalmente sorrido, respiro in maniera diversa. Inaspettato, imprevisto. Ancora incredulo e se ci penso non riesco a rendermene conto davvero. A volte spaventato, frenato, i miei piedi di piombo trascinano un paio di zavorre a testa, poi, in qualche magico momento ... volo. Come i bambini, loro guardano le cose con una luce negl'occhi che crescendo si spegne. Nei miei c'è quella gioia, c'è sorpresa, intrisi di emozione, e l'incanto non svanisce, si consolida, ad ogni passo, ad ogni tuo gesto. La paura di non riuscire a vederci bene, di nuovo, incombe. Ma mostrarti la mia debolezza, fin'ora, ha contribuito a legarmi a te. Mi rendo quindi conto che è tutto diverso, diverso son io, è diverso quel che tu riesci a darmi.
E tutto s'interseca in questo nuovo corso, forse solo universitario, forse no. Quel che prima erano solo aspettative, adesso sono il percorso che ho iniziato che mi permetterà di realizzarle. Ed in questo ci sei tu, quotidianamente, minuto per minuto, c'è una parte di me che pensa a te, forse quella parte invece, non pensa, ma pulsa per te. Poi c'è l'attesa. Di poterti avere, di poterti stringere, di proteggerti, guardarti, anche solo guardarti. Frustrante in alcuni momenti, quasi poetico in altri. Aspettando il passare dei minuti, delle ore, dei giorni, solo per vederti, solo per averti, sentirti mio, e abbandonarmi a te.
Prima di sabato impazzirò.
Sicuramente, di te, sono già pazzo.

giovedì 23 ottobre 2008

Meglio non fare mai progetti. E' uno dei miei dieci comandamenti. Uno di quelli che però non riesco facilmente a seguire. Un po' come evitare i carboidrati dopo le 17.00. Fortunatamente riesco a compensare questa mia debolezza, con la dote del sapersi adattare velocemente.
E' bello sentirsi desiderati, ci fosse una volta, e mi accontenterei anche fosse mezza, in cui riceva attenzioni da qualcuno in grado di stimolarmi. Quando invece poi accade il contrario, quando sono io a voler stimolare l'attenzione di qualcuno, mi sento, nell'animo, come uno sfigato da film comico demenziale americano. Nell'animo perchè, come mio solito fare, all'esterno non traspare nulla. Non sai cosa sia giusto fare, ed hai paura di commettere qualche passo falso. Un tempo deridevo le persone che perdono tempo arrovellandosi il cervello chiedendosi "ma gli piaccio?" ... oggi ne faccio parte. Sarà mica una fase di transizione? Non ti poni domande ed interrogativi quando di per se, fai del "cazzo me ne" una filosofia di vita, che sia lui, l'altro, o un altro ancora, non fa differenza, perchè dai per scontato che prima o poi quello giusto arrivi, e quando scopri che l'ultimo, di giusto aveva ben poco, pensi "ma sì, un'altra scopata". Ed io la pensavo così. Quando inizi a romperti le palle di fare buchi nell'acqua, quando dopo l'ennsima (mediocre) scopata, ti chiedi se ne avevi veramente bisogno, si pone un problema. Ambire a qualcosa che possegga uno spessore. Ti rendi conto che, mentre era semplice procacciarsi una scopata sportiva, trovare qualcuno con il quale star bene, è tutto, fuorchè semplice. Quando poi lo trovi, mica dai per scontato che per lui valga lo stesso, e questo accade per un semplice ragionamento: dopo tanta fatica, ma porca puttana, avrò il diritto godermelo per un po'?! Penso sia la paura di assaporare qualcosa che ti piace, per paura poi di perderla. Stupido è non provarci neanche, si fa la fine di chi pensa "non compro un cane perchè poi muore", ma dopo un po' dove la trovi la forza di illuderti, pardon, di sperarci? Lo stupido non si fa di questi problemi perchè trova facilmente un altro stupido con il quale appaiarsi, lo trova facilmente perchè il mondo ne è pieno. La differenza è che se lo trovo io ... preferisco star solo.

mercoledì 1 ottobre 2008


Durante questi mesi ho immaginato di tutto, ma a tanto non ero mai arrivato. E mi sento così idiota per il mio fare sempre cortese, grazie al quale non ti ho mai negato un saluto, l'educazione ... che inutilità. La verità viene sempre a galla, quel che oggi ho imparato, è che non bisogna soffermarsi a ciò che scorgiamo in superfice. Essa la osservai sin da subito, ormai mesi fa, il resto no. Guarda cosa c'è sotto Silvio, cosa questa verità, si trascina dal fondo.
Una volta venni da te un pomeriggio. Al mio arrivo mi abbracciasti in maniera diversa, paradossalmente più intensa, e baciandomi ebbi l'impressione che la tua bocca ... sapesse di cazzo. Inutile dire che in quel momento ignorai stupidamente quella sensazione, non avrei mai potuto darle credito. Io, l'idiota, che si fidava di te. Quasi ci giurerei, non posso averne l'assoluta certezza, posso sbagliare la dinamica ma non il risultato. Adesso ne ho la conferma, arrivata inaspettatamente qualche giorno prima del mio compleanno. Tanti auguri Silvio. Adesso so, che oltre l'attuale lui, ci fu un altro lui, ed i miei complimenti per la scelta. Che schifo. Mi fai schifo. Adesso c'è solo più il disprezzo, lo sdegno, un vero senso di nausa. Se l'avessi saputo prima, col cazzo che sarei stato male per tutto questo tempo. Ma quel che mi chiedo è come diavolo hai potuto? Meritavo davvero tutto questo? Meritavo di essere trattato così? Come un'idiota, come uno stupido. Beh, sicuramente lo sono stato, nel credere in te, in noi, nelle puttanate melense delle quali non conosci il valore, il minimo significato. Stupido poi, ad averti dato tempo, spazio, quelle tre settimane che tu hai chiamato "crisi", durante le quali già iniziavi a far i cazzi tuoi con l'altro. Ed io nel mentre agonizzavo nel mio dolore, da solo, perchè non volevo darti preoccupazioni, perchè al mio tetativo di comunicarti il mio dolore, mi hai trattato con indifferenza. Ciò che non ti uccide ti fortifica, e arrivato a questo punto, questa verità non può che aiutarmi. Spero davvero di non dovermi trovare nella situazione d'incontrarti di nuovo. Mi chiedo fin'ora come tu abbia trovato il modo per guardarmi ancora in faccia. Io al tuo posto proverei solo vergogna. Vorrei non averti mai conosciuto. Non vali un cazzo.
E giusto poche sere fa ti ho pateticamente mandato una mail, che si concludeva dicendo "buona fortuna Ale" ... ma vaffanculo. Fin'ora non ti ho mai augurato quindi nulla di male. Ora me ne fotto di questo perbenismo del cazzo, e ti auguro di passare semplicemente TUTTO quel che hai fatto a me, nulla di più, ma non una sola lacrima in meno. Mi hai lasciato con un bagaglio d'insicurezze a dir poco imbarazzante. Dovrò considerarle "conoscenza", arricchimento, e un giorno saranno forza. Nonostante tutto quindi ... grazie ancora. Ma non mi sorprenderebbe se tu non riuscissi, come sempre, a capirne il perchè.

sabato 27 settembre 2008

Mina e Giorgia direbbero "il tempo corre con le sue salite, ancora io le mie non le ho finite" ... io oggi le mie salite le guardo riflesse sullo specchietto retrovisore della mia Pandina.

domenica 17 agosto 2008

... capirai crescerai scoprirai
la solitudine l'inquietudine
... cercherai soffrirai ma capirai
che quello che conta sei soltanto
tu.

Giorgia.

giovedì 7 agosto 2008

Ma magari potrei anche risparmiarmi di elemosinare la tua attenzione ... invece no, so che son io che ti cercherò, e so che sarà così.
Immagini, pensi, ricordi ... e se io fossi al tuo posto? No, io sono stato al tuo posto, e spero che tu possa concedermi qualcosa che io non darei. Faccio sempre questa assurda analogia, come se fosse stato uguale, poi un'amica mi apre gli occhi, uguale non è, neanche simile. E ritorno a sperare. Col senno di poi, già, ma se non fosse andata così, oggi non potrei capire. Arriva il chiodo che scaccia il chiodo, ma ho paura, paura di sbagliare ancora, di farti male ancora, o intimamente, paura di soffrire ancora.
Agire, non pensare.
... invisibileèlatracciachecilega
... lasciacheiotiguardiechescopratuttiituoipensieri
... raccontamidite
... raccontamiperchènonlascicheiotiguardi
... perchènonlascichesiadiverso
... inquest'attimocheabbiamoperso

Giorgia.

lunedì 4 agosto 2008

Inutile piangere sul latte versato... c'è chi ha detto, è inutile piangere sulle bistecche perdute. Forse preferisco la seconda.

lunedì 28 luglio 2008

Trovo sempre qualcosa che mi riconduce al ricordo, un sorriso, un'espressione, una maglietta, un'auto, un bar. Capisco perchè molte persone cambiano drasticamente vita in determinate situazioni. Sto esagerando, anche solo a pensarlo lontanamente. Non si fugge, non è giusto, non è utile, è illusorio. Pensiamo ad altro.
Proprio adesso che posso ottenere ciò che è stato una delle mie più grandi passioni, rivaluto e penso, me ne pentirò? Il bel Maggiolino ... mah, vedremo dove mi porterà l'istinto.

mercoledì 23 luglio 2008


Estrazione dei denti del giudizio, perdere qlc 'cm' sul girovita. Il bicchiere oggi, è per me mezzo pieno. Se non fossi stranamente convinto di riprendere gli studi a settembre, avrei accettato al volo la proposta di far il pizzaiolo dalla parigina Rita, che con il suo marcato accento romano, manco fosse uscita da un film dei Vanzina, di parigino ha ben poco, ricorderò a vita i suoi molteplici "figli de 'na mignotta" che è riuscita ad inserire in un discorso di poco meno di un'oretta, discorso poi se vogliam esser buoni, più che altro, un monologo anti-francesi ... ('sti figli de 'na mignotta! Che ce volevano rubbà pure "L'Urtima Cena" de Leonardo nostro). Parigi con la mia Past comunque è qualcosa d'insuperabile, come le risate sulla ruota panoramica per via del "Pasticcina si è mossa" o "Carla Fracci" rido ancora adesso come un coglione.
Parole, parole, parole ... nel mio caso pensieri, 10 100 1000, chiodo scaccia chiodo (giavellotto e spilli). Come al mio solito non mi faccio mancare momenti di riflessione, di nostalgia, tuffi nel passato, il "cosa facevo adesso, un anno fa" fa sempre uno strano effetto. Guardo quindi in avanti, oddio è già quasi agosto, dovrò mica mettermi a studiare? Il test d'ingresso è vicino, e ripongo in questo nuovo corso, non solo di studi, ma della mia vita, speranze e aspettative, come la svolta che mi ci vuole per trovar una dimensione nella quale stabilirbi. Il sole domani sorgera comunque.

giovedì 19 giugno 2008

E fa ancora male. A distanza di circa sette mesi mi perseguita ancora il tuo ricordo, le bugie, le immagini, episodi che sfiorano la mente come aghi, poi quelle tre settimane di attesa, quelle tre settimane che mi hanno distrutto. Ma quali esperieze di vita, il prender le cose con filosofia ... cosa vuol dire? Vorrei solo lasciarmi cadere, piangere e star solo con il mio dolore, non conta nient'altro, come se ormai fossi rassegnato all'impossibilità di liberarmene. Dopo un passo ne segue un altro, non puoi fermarti, vivi perchè così dev'essere, ma nulla ha più valenza, ti abitui a vivere in prospettiva, di speranza, la speranza di poter superare la cosa. Ti circondi di cose e di gesti materiali che occupano la mente. Ci provo ad andare avanti, anche adesso che c'è qualcuno che potrebbe darmi tutto ciò di cui ho bisogno, il risultato? Solo la paura di ferire. Arido. Sono solo arido. A volte sono momenti, a volte giorni di dolore. Ancora quotidianamente ti penso, e nulla può farmi star meglio. Ci ho provato a dire a basta, ma l'autoconvincimento non è da me, inutile, non serve, maschera, ma una maschera non cambia la sostanza, copre e basta. Quando ti incontro non riesco a non guardarti negli occhi, essi però non guardano i miei, ed anche se ciò accadesse, sarei il primo a distogliere lo sguardo. Vorrei odiarti ma non ci riesco. Ed ecco le lacrime che bagnano il mio viso, adesso. Sono stanco, senza forze. Andrò a sdraiarmi. Inutile continuare, tutte cose già scritte, ed io detesto le ripetizioni. Continuo solo a dirmi ... passerà.

sabato 31 maggio 2008

Basta bere. Una di quelle frasi che avrò già detto e che ripeterò ancora tante altre volte. Sonno, noia, un po' di apatia ma nonostante ciò, credo di stare bene, non posso affermarlo con assoluta certezza, ma i vecchi pensieri hanno una valenza sempre meno incisiva sul mio umore e sulla mia voglia di svolgere anche la semplice quotidianità. Vivo la mia routine con un po' di scazzo, ma con il sorriso sulle labbra, perchè le manca un frangente, quello maliconico/depressivo/masochista, il pensiero di lui, a volte solo lui, a volte con il suo lui, o comunque, quando i ricordi si fanno strada tra i miei pensieri, nulla più mi turba, come se vivessi uno stato di lieve benessere, come quando si è in fase abbiocco, o quando si vien solleticati dal sole caldo. Si dice alti e bassi ... forse il mio baricentro si è recentemente collocato, un po' più su del solito.

giovedì 29 maggio 2008



Le cose belle costano. Lancia Musa Poltrona Frau ... adorabile è dir davvero poco. Ventuno mila euro. Meno male che rifletto prima di agire, avrei fatto una cazzata. Poi d'un tratto qualcosa cambia e tutto appare in una vesta nuova, mica poi troppo bella, chiedersi se è questione di un momento, o rendersi conto che le cose alla fine cambiano. Il giusto sta nel non credere mai di essere arrivato ad una conclusione, interrogarsi è l'unico modo per trovare un equilibrio ... "l'equilibrio delle cose è capire la realtà" (Giorgia). Nanna.

sabato 3 maggio 2008

Ci son stati pochi momenti, forse nessuno reale davvero, in cui ho desiderato star solo. Solo da pensieri, da confronti, da ipotesi o domande, solo con i miei pensieri, con ciò che mi fa star bene, con le mie cose semplici. Ciò che fai talmente con piacere da riuscire a muoverti senza il minimo sforzo e lo senti dal respiro e pensi "come sto bene" ... Poi mi fermo e penso, è solo un momento, un piacevole ed inteso momento, e per la sua brevità mi dico "fanculo al mondo, me lo godo" chiudo gli occhi, sgombro la mente e penso solo a fermare quell'istante di benessere. Nulla in quei pochi secondi ha più importanza, come se nulla in quel momento possa ledermi. Come si fa ad estendere quel momento? Si accettano consigli.

venerdì 2 maggio 2008

Vorrei parlare di Parigi ma non mi va. Oggi non mi va di far nulla. Mi si prospettano nove ore di lavoro ed ora che non c'è più Massi come cazzo faccio a cazzeggiare?! ... Ieri son stato a Vercelli, ho fatto "sgranchir le gambe" alla mia Pandina, percorrendo l'autostrada ai centroquaranta (oltre non può andare), osservando le famose risaie dove il sole si specchiava e decimando intere popolazioni d'insetti, il mio parabrezza era affollato di minuscole carcasse come un cimitero. Al ritorno ho dovuto far i conti con il richiamo di Morfeo, ma ne è valsa la pena - grassie bellino bellissimissimo per la bella giornata - ho poi pian piano recuperato le ore di sonno perse, la soft uscitina con i colleghi di mercoledì sera, si è trasformata in un tripudio di alcool e cazzate. A parer mio darsi all'alcool costa troppo. Sah, doccia time, così che i pensieri di troppo scivolino via come lo scorrere dell'acqua sulla pelle.

mercoledì 23 aprile 2008

Abano Terme. Stendiamo un pietoso velo su questi tre giorni di relax. A pensarci bene, ed il sale in zucca arriva sempre troppo tardi, a ventidue anni, di quanto relax uno può aver mai bisogno? Partenza da Le Gru. Ero già pronto a piangere disperatamente quando ho scoperto la differenza tra un attacco aux ed un attacco usb, la mia chiavetta di ben otto gb di capienza, piena di canzoncine da viaggio e non, potevo spedirla a fanculo con viaggio di solo andata. La mia ciurma era composta da Caterina (mon amour, meno male che c'era lei), Jessica e l'amica Simona "minchia oh, diamoci un timer" (non servono commenti a riguardo) son rimasto sconvolto, oltre che per gergo tamarro made in Ganas De Mar, quando ho scoperto che aveva ventun'anni, gliene darei a stento diciasette. In un attimo ho concretizzato un immagine, io e la mia consorte Caterina con le figlie a seguito trepidanti per un'avventura emozionante come un viaggio in auto con mio zio Carmelo, che probabilmente non sa che le auto possono varcare la soglia dei quaranta chilometri orari. Un consiglio? Non affidatevi ai navigatori satellitari, dopo quasi quattro ore di autostrada ci siam trovati a tagliar le statali attraversando i campi su strade sterrate, Cate pensava alla carrozzeria della sua Fiesta, io (alla guida) speravo di non incrociare contadini con greggi al pascolo. Albergo apparentemente lussuoso, raggiunto in ritardo per la cena appena digeribile, di per se, si è poi rivelato modesto, mica poi così pulito e l'affitto di un accapatoio CHE NON ERA IN CAMERA è costato undici, dico UNDICI, euro. Riflettiam poi sulla convenienza. Se ti vien detto che a duecento euro puoi stare tre giorni in un centro termale a pensione completa inclusi i trattamenti, pensi che sia un attimo prezzo, no? Poi scopri che i tre giorni si riducono ad uno e due mezze giornate (e dir "mezze" vuol dir esser generosi). Poi scopri che i trattamenti sono tre. Poi scopri anche che l'idromassaggio va a gettoni (!!!). Infine scopri che le fantastiche vasche termali son due piscine neanche troppo grandi. Duecento euro? Andate su www.termedipre.it dove la singola giornata costa solo trentotto euro, e fatevi una grassa risata pensando a quanto son stato piciu. Ci sarebbe molto altro da raccontare ... Meglio non infierire. Nel viaggio di ritorno bramavo raggiunger la meta nel minor tempo possibile, ciò si traduce nello scendere sotto i centocinquanta chilometri orari solo in vista di autovelox e camion in corsia di sorpasso, ho poi potuto constatare che la Fiesta 1.2 non va oltre i centosetta. In conclusione, all'andata ci abbiam messo circa quattro ore, al ritorno poco meno di tre. Ed oggi si parte per Parigi, speriamo almeno di viver un avventura più felice.

giovedì 17 aprile 2008

Per sempre nel mio cuore, mai più tra le mie mani. Il mio cuore dannatamente non si arrende, il tuo ricordo da dimenticare, il tuo ricordo non smettero mai di amare. Difficile dir addio ciò che per un momento era perfetto, e ti aggrappi a quello escludendo tutto il resto, escludendo le bugie, escludendo lui, un 'lui' che ti ha portato via, e se è stato così semplice forse non ero destinato ad esser tuo. Recuperi poi l'orgoglio, il poco che ti rimane, quel poco che fai finta di avere, e dici "mai più" ... nient'altro, mai più, per nessun motivo. Il controllo. Non puoi permetterti di perdere il controllo, e trattieni te stesso, ciò che ti circonda, i tuoi pensieri, ma prima o poi cedi, stremato, senza forze e cadi, urli silentemente il tuo dolore, soffocando i singhiozzi sul cuscino che hai bagnato con le lacrime. Ti rendi conto che dopo tanto tempo non è ancora cambiato nulla, che ami ancora, che vorresti stringerlo a te, vorresti amarlo come un tempo, come quando era tuo, solo tuo, e di nessun altro. Ti odi per la tua debolezza. Ma il sole domani sorgera comunque, fai tutto ciò che devi fare come se nulla fosse, lavori, ridi, scherzi, conosci nuove persone, fai sesso e ... nulla, come se tutto ciò non avesse alcun significato, come se nulla di ciò che ti circonda possa renderti di nuovo felice. E cos'altro dire, sei stanco di parlare, di pensare, di piangerti addosso come un patetico idiota. Ma non riesci a farne a meno. Rabbia, rancore, la consapevolezza che non puoi far nulla per cambiare le cose, non puoi far nulla per portar tutto indietro. A volte ti senti morire. Passerà, attendi ancora, non puoi far altro.

sabato 22 marzo 2008

"Credere di stare bene" ... poi ci si guarda a fondo e così non è. Meglio, ma non bene. Continui a cadere, poi ti alzi e ricadi ancora una volta, non rimane che alzarsi, le ferite ti rendono più forte. Qualcosa mette in moto i pensieri, i ricordi ed essi scatenano un'amalgama d'immagini sconnesse che tormentano il sonno. Son stanco di pensare.

martedì 18 marzo 2008

"A volte la vita può essere stonata, ma se c'è una cosa che ho capito è che è giusto che sia così, è giusto sbagliare" ... ieri son andato al concerto di Giorgia, ed ha detto qualcosa di simile. Fantastica, certi passaggi di voce da brivido, parole dette con intensità, parole che mi hanno emozionato, parole che a modo mio ho vissuto. Peccato che l'ambientazione invece non fosse neanche lontanamente desiderabile, un mare di sfigati, tra i quali fan incalliti con palloncini a seguito, che ho gentilmente contribuito a gonfiare giusto per non palesare i miei pensieri, tipo -ma dove cazzo vai, ma smettila!- fan in oltre appartenenti a fan club apparentemente improvvisati. Qua e la un discreto numero di frocetti orrendi e handicapati "veri o presunti" (citazione made in Stefano Stroppolo). Con il mio solito culo ho parcheggiato non distante dall'ingresso, il solito risvolto della medaglia (sbeben!) mezz'ora per uscire dal parcheggio. Una volta a casa non avevo sonno. Doccia-time.

mercoledì 5 marzo 2008

Ieri sera ho preso tanto di quel freddo che oggi mi fanno male i capezzoli, saranno rimasti per troppo tempo turgidi, a dire il vero turgidissimi, ristretti ai minimi termini e diventati come due monete da 1 "eurocent" ... Questi giorni di sole hann fatto rimuovere in me il pensiero che si è ancora a marzo, dunque è il caso di vestirsi di conseguenza. Ed io già faccio invece il gran figo di turno con la giacchina leggera. Piciu. Ad ogni modo, cena per l'addio al nostro direttore, risate, cazzate, quasi lacrime e limoncello di chiusura (supportato da birretta e spumante) che mi ha stampato sulle labbra il mio solito sorriso da idiota in fase brillo andante. Meglio poi non approfondire cos'altro mi abbia stampato in mente, per gli amici, voglia di fare "sbeben sbeben". Beh, adesso ... pappa time.

Forse sono in pochi a sapere che il Maggiolino e il Maggiolone hanno partecipato e vinto molti rally internazionali. Nel '54 un Maggiolino vinse il Rally di Montecarlo. Nel '53, '54, '57 e '62 vinse il 1° premio assoluto all'East African Safari. Nel '56 vinse il 1° premio assoluto al Rally di Svezia. Sempre nel '56 e nel '58 vinse la massacrante corsa di durata (oltre 14.000 km!) del Mobilgas Trial. Ancora nel '58 al Giro d'Australia ci furono 32 ritiri su 67 partecipanti e...8 Maggiolini ai primi 8 posti! Nel '64 conquistò il 9° posto alla Liegi-Sofia-Liegi. Nel '54 un Maggiolino corse la Mille Miglia e si piazzò al 43° posto. Nel '67, '68 e '69 vinse il 1° premio assoluto al Rally dei Mille Minuti. Negli anni '70 un Maggiolone vinse il 1° premio assoluto al Rally dell'Isola d'Elba e negli stessi anni alcuni Maggioloni vinsero in molti altri Rally europei di livello internazionale.

lunedì 3 marzo 2008

E domani il sole sorgerà comunque...ma finalmente lo vedo, lo sento caldo sulla mia pelle, mi volto verso lui chiudendo gli occhi e sentendo su di essi quel fastidioso ma inevitabilmente adorabile formicolio. Pian piano i miei pensieri si dissolvono e torna quell'ambita serenità andata persa negli ultimi mesi, il ricordo ora è misto a quella consapevolezza che regala ogni esperienza, le cose e/o le persone con le quali andiam ad interagire in qualche modo, nel bene o nel male, ci arricchiscono. Mi si stampa sul viso quel sorrisino da stronzetto goduto e mi dico con fare tamarro "sono avanti". Il sorriso divien poi una risata, rido di me, perchè son compiaciuto dal mio esser a volte un po' scemo, e dopotutto ci vuol un po' di spensieratezza. Quell'atteggiamento grandioso che ho con la mia Past, al di sopra di molte cose e/o persone ...e dall'alto osservo, andando a ritroso guardo il Silvio nel momento in cui doveva ancora capire, ripercorro passo passo il suo cammino fin quando colui che viene osservato diventa colui che osserva. Tempo al tempo, fin ora funziona.

venerdì 22 febbraio 2008

E'nottealtaesonosveglio
seisempretuilmiochiodofisso
insiemeatecistavomeglio
epiùtipensopiùtivoglio
tuttoilcasinofattoperaverti
perquestoamorecheeraunfruttoacerbo
eadesso ... iotiperdo ...
perchèiodaquellaseranonhofattopiùl'amoresenzate
enonmenefreganientesenzate
ancheseincontrassiunangelodirei
nonmifaivolareinaltoquantolui ...

Ancora.

giovedì 21 febbraio 2008

Non riesco a voltare pagina perchè ci sono cose che non ho ancora scritto, cose che non hai letto, cose che non sai, cose che non ti ho detto. Ma che senso avrebbe dirtele? Ho paura, paura di ricevere di nuovo indifferenza. Quando ti ho messo davanti al mio dolore, tu non hai reagito. Perchè dovresti farlo adesso? Tu non reagiresti ed io ci rimarrei di nuovo male. Che cosa poi vorrei sentirmi dire? Basterebbe un "mi dispiace", solo quello, e nient'altro. Vorrei solo che tu capissi, ma non so se ne sei in grado, o se fin ora tu non abbia mai voluto. Quante parole, quanto tempo sprecato, pensando, piangendo, riflettendo ... giustificando, giustificando te, giustificando lui, convincendomi che in fondo, se tutto è andato così, è perchè così doveva andare, e che io non ho fatto nulla, perchè non c'era nulla da poter fare. Ma dopo tutto, cosa avrei da dirti? Non ho più la forza di darti nulla, neanche il mio dolore, ma se questo venisse fuori, immagino due sole ipotesi possibili. La prima, capiresti, ti farei del male, ma non starei meglio. La seconda, non capiresti, mi daresti indifferenza, ed io starei peggio. Dunque ha senso? No, non ha senso.
Mi manchi? Me lo chiedo spesso. Dovrei dire no. Mi manca forse quell'illusorio Noi che tu hai definito. Dovrei dire no. Perchè per metà del tempo passato assieme, mi hai preso in giro, forse non lo sapevi, forse prendevi in giro te stesso, forse ... sto ancora una volta giustificandoti. Come può mancarti un'illusione? Qualcosa che non c'era. Forse, per quanto mi sforzi, non riesco a capire se mi manchi. Ma se così fosse, se mi mancassi? Sarebbe logico pensare che se solo tu me lo chiedessi, tornerei da te. Questo però non avverrebbe, ed in questo non esiste alcun "forse". Orgoglio? No, paura. Paura di cadere ancora, di essere ferito ancora, che tutto si ripeta ancora. No, sarebbe impossibile. Impossibile fidarsi, impossibile dimenticare, impossibile pensare a te, senza pensare a lui, tutte le volte in cui ti ho sognato, c'era lui. Impossibile dunque che tutto torni come un tempo, sia in quel tempo in cui ti chiamavo amore, sia in quel tempo in cui ero costretto a non poter andar al di là del "dolce Ale". Se tutto ciò è impossibile, non voglio averti, e neanche vederti sotto un'altra forma. Non potrei neanche immaginarlo. E se è altrettanto impossibile dimmenticare, dovrò solo attendere, sperando di ottenere qualcosa di quanto più simile ad un lontanissimo ricordo per poter star bene. La conclusione dovrebbe dunque esser addio, ma addio è solo una parola, e non è consolatoria, non mi dona solievo alcuno. Non c'è una conclusione.

venerdì 15 febbraio 2008

Momenti. Vado a momenti... Momenti di rabbia, di forza, quando urli dentro e dici basta. Quando pensi e ti senti così idiota per essere così come sei, calmo, diplomatico, razionale, non c'è una spiegazione a tutto e non vi è bisogno alcuno di giustificare chi ti ha ferito. Mi sento preso per il culo, forse mi serviva questo per dire addio. Quando tocchi il fondo, puoi sempre scavare, forse stavo ancora scavando.

giovedì 14 febbraio 2008

Stonata
lavitariesceadesserestonata...
...stonatacomemechenonfacciomailasceltagiusta
perchèhopauradicaderedisbagliarediferire...
...mamimanchi...
Stonata
lavitariesceadesserestonata
quandocerchidicambiramanonsaidimenticare
stonatacomemechenondicomailafrasegiusta
perchèhopaura...dicambiare
mamimanchi.
...nelleoccasionimancateeleportechiusenellenotestonate...
mamimanchi.
Stonata
lavitariesceadesserestonata.

Stonata - Giorgia.

lunedì 11 febbraio 2008

Capita di fare cose che non avremmo mai pensato di fare, di dire cose che la nostra mente non avrebbe mai voluto dire. Paura di pentirsi, paura di avere ragione. Fortunatamente qualcosa o qualcuno a volte ci dona un sorriso inaspettato, benchè in certi momenti, non è da questa persona che lo vorremmo. Capita di aver una gran voglia di riscattarsi, come il voler dire, guarda cosa posso essere, guarda cosa ti sei perso, pateticamente, e proviamo già pena per noi stessi ancor prima di dirlo, beh, questo capita a pochi, quei pochi fortunati che pensano prima di parlare e/o che si rendono conto dei propri sbagli, dei propri stupidi pensieri, guardandosi semplicemente allo specchio, guardando dentro se stessi, e non riconoscendo la pena nello sguardo degli altri, riconoscendo i propri limiti, sì...si è in pochi. Questa consapevolezza impone conseguentemente un autocontrollo che previene gli sbagli, ma sbagliando ti sfoghi, anche se stai facendo la cosa sbagliata, e senza sfogarsi, riempi il famoso vaso, sapendo che prima o poi arriverà l'altrettanto famosa goccia che lo farà troboccare. Speri in quel momento di trovarti da solo. E quindi mi rimetto in discussione, saranno così fortunati quei pochi? O è meglio pentirsi di aver fatto o detto, invece di pentirsi di non aver mai fatto o mai detto. L'istinto contro la ragione. Riconfermo, l'ignoranza è un bene. Mi chiedo spesso se mi piacerebbe esser diverso da come sono. Il più grande difetto dell'essere umano, è desiderare ciò che non ha, o di esser quel che non è. Potrei quindi concludere che la mia ragione provvederà a controllare lo sfogo dell'istinto, facendomi urlare sottovoce, come sempre nella vita, bisogna raggiungere dei compromessi. Questo quando ne vale la pena. Purtroppo l'animo, la mente, ed il cuore sono volubili. Fa paura pensare che ciò che pensiamo oggi potremmo non pensarlo domani. Vale la pensa quindi, raggiungere o negare un compromesso, del quale domani potremmo pentirci? La risposta credo che sia nell' "oggi". Oggi sei una persona che può permettersi solo un certo tipo di scelte. Sei sarai fortunato, domani sarai più grande, capirai, e dirai che avresti potuto fare di meglio. Ma oggi no. Non puoi perchè non sei ancora pronto, ed è giusto che sia così. E sarai grande, solo facendo un passo alla volta. Oggi no, domani probabilmente sì.

Sto meglio.

venerdì 8 febbraio 2008

Quel che si aveva ed oggi non si ha non si avrà mai più. Questa volta faccio un enorme fatica ad esprimere ciò che penso, in modo logico e e sintatticamente corretto, sarà forse perchè nonostante il mio self control, traspare un po' di emotività. Un punto d'incontro...un modo per dire amicizia? A quale pro? Confidarsi? Parlarsi? Siamo mai stati amici? No. Anche tra il "dolce Ale" ed il "Silvietto" non c'è mai stata una vera amicizia. E lo sapevamo entrambi. Se ho perso l'Alessandro che avevo, non mi serve averne uno in una veste diversa. Non sarebbe lui. E' per questo motivo che non ci sarà posto per nient'altro.

mercoledì 6 febbraio 2008

Penso. Penso sempre, penso a tante cose, spesso ancora a lui, spesso a ciò che potrei fare e non faccio, a come e dove potrei essere tra qualche mese. Aspettative, ricerca di nuovi stimoli. Speranze e al tempo stesso un fare disilluso ormai caratterizza ogni mio gesto. Continuo a dirmi che è una fase, a me a volte sembra più un limbo, nel quale volontariamente mi confino. Mi chiedo quand'è che riuscirò a scriver di nuovo qualcosa di ironico ed allegro come un tempo mi dilettavo a fare. Fanculo, ogni cosa che mi viene in mente mi porta a pensare a lui. Tre mesi. Son passati ormai tre dannatissimi mesi.
Eppur mi vieni in mente SEMPRE. Perchè?! Fanculo a tutto, a tutti, ma se ti avessi davanti, non riuscirei nemmeno a dirti una parola. A volte piango ancora come un'idiota. Rido e scherzo ma trovandomi solo son costretto a trovar una qualsiasi inutile distrazione. Mi sforzo davvero per cercare di cambiare argomento, ma risulterebbe fuori luogo o insensato. E meno male che ho intitolato questo blog "Silvio Nel Paese Delle Meraviglie" ci si diverte di più ascoltando Piero Angela.

domenica 27 gennaio 2008

La giornata non è delle migliori, il tempo è grigio, mi fa venir in mente l'espressione di un basset hound, spento ed in bilico tra il leopardiano o di colui che è prossimo al sucidio. Ricordo che la mia professoressa di lettere, Franca Raspino, disse qualcosa circa la gioia di vivere di Leopardi, riassumendo "...nonostante fosse sfigato e pieno di problemi di salute, non si suicidò come tanti filosofi e letterati, era un uomo attaccato alla vita" ...mi chiedo se fosse un appunto ironico o se lo pensasse davvero. Se Leopardi fosse stato bello penso che non sarebbe stato così intelligente. Non è un luogo comune, e non penso che la bellezza pregiudichi l'intelligenza, ma sono convinto che il dolore stimoli la riflessione, la crescita e possa contribuire ad aumentare lo spessore e l'intensità delle persone. In momenti inutili e noiosi come questo, si dicono cose inutili e noiose. Potrei aver contribuito a farvi venir sonno, nel caso in cui dovreste averne bisogno, quando non riusciste ad addormentarvi, potreste sempre rileggere questo mio intervento.

sabato 26 gennaio 2008

Ieri ho raccontato a Noemi per qual motivo preferisco non sentirti più, nella speranza di non doverti mai incontrare, e per qual motivo ho bloccato il tuo contatto msn. Cosa avremmo da dirci? Per qual motivo ci si dice "come stai?" quando ci si incontra, o ci si vede in linea? E' convenzionale. So che la tua risposta sarebbe "bene", so che se avessi un problema non ne parleresti con me, so che è giusto così, e so anche che mi comporterei esattamente come te. Dunque perchè fingere? Cosa potersi dire? Avrebbe senso un "mah, il lavoro tutto ok, a settembre mi ri-iscrivo ad infermieristica e... ti penso ancora tutti i giorni, trattengo le lacrime quando ti penso e vorrei non averti mai conosciuto". No, non ha senso, certe cose non si dicono, non portano a nulla, non fanno cambiar nulla e non sono costruttive. Ieri son andato al Centralino, nel momento in cui son entrato già speravo di non incontrarti, pur sapendo che lì non ci vai. Ad un tratto ho visto due ragazzi, mi son immaginato tu e lui, il mio self control ha immediatamente rimosso l'immagine. Adesso riflettiamo. Se vi avessi visto? Se mai un giorno dovessi concretizzar quell'immagine? D'istinto mi volterei, e non farei nulla, perchè non ci sarebbe nulla da fare. Non ho molto da aggiungere... anche per oggi basta.

domenica 20 gennaio 2008

L'amoresonoincazzatoconl'amore...
...tuconquell'altrochivihafattoincontrare
einnamoraresochiè
èl'amore
...

...oreoreedore
senzaberenemangiare
senzaneancherespirare
solamentefarl'amore
senzaneancheandareinbagno
pernonrisvegliareilsogno
suquell'isoladiunletto
edoracheèfinitotutto
Amoreamoresonoincazzatodamorire
maconl’amoreenonconte
perchétiodiocosìteneramente
cheancheunciecolovedet'amo
disperatamente
sipuòesserpiùcoglioni
piangocomeundeficiente
mentreascoltolecanzoni

etuttoquestoquelbastardo
luinonmel'avevadetto
chesisoffrecomeuncane
quandoseneval'effetto

maluil’amore’amore
fasemprequellocheglipare...

...tuseiunfoglio
sottoun'altramatita
edioscrivosuun'altravita
disperatamente
piùmaturoepiùcoerente
miècadutoaddossounmuro
enonmisonofattoniente

macosavuoipiùdaunamore
chefapiangereeincazzare
mache
infondofasoltanto
ilsuobellissimomestiere
cioèl'amore...

Il Bellissimo Mestiere (sono incazzato con l'amore) - Marco Masini

domenica 13 gennaio 2008

Son giorni (o mesi?) che in ogni canzone cerco qualcosa che mi rispecchi, autolesionismo/masochismo. Inutile girarci intorno, certe ferite sembrano non guarire. So che basta volerlo, ma se così non è, se non voglio ancora "guarire," mi chiedo cosa cerco di ottenere. Nulla. Anche potendo, indietro non si torna MAI. Mi sento diverso, e ciò vedo, ciò che sento, non è bello. Distrarsi è come bere, un temporaneo solievo, rido, scherzo, come se non fosse mai successo nulla, nei momenti in cui mi guardo dentro vedo ancora lacrime. Mi manca? Non lo so, non è esattamente ciò che sento, è più un dolore fine a se stesso, senza uno scopo, una dimensione, è statico, c'è. Mi chiedo per quanto ancora abbia intenzione di rimanere. Una bilancia, il mio dolore da una parte, l'amore che ho provato dall'altra, il risultato? Vorrei non averti mai conosciuto, così dicendo sembra che mi pervada la rabbia, l'odio. Magari fosse così, purtroppo forse ti amo ancora. Una contraddizione. Ma il dolore grava più di ogni momento bello, di ogni sorriso, perchè tutto è messo in discussione, è come se avesse perso di significato, quel significato che ho dato a gesti e parole, pare esser sparito. Ora capisco cosa vuol dire sentir un vuoto, non qualcosa che ti manca, ma qualcosa che sai che non c'è, qualcosa che forse non c'è mai stato. Un illusione. Attenderò, la soluzione arriverà.

venerdì 11 gennaio 2008

Ammetto che un tempo, nel mio spaces, avevo più cose da dire, al momento questo triste blog sembra un gran cagata.

lunedì 7 gennaio 2008

Non ho poi molto da scrivere. Credo che di cose se ne dicano troppe, e troppo spesso senza che ci si fermi qualche secondo a pensare, basterebbe solo qualche secondo. Questo vale per ogni cosa, dalle relazioni interpersonali, alle relazioni tra l'individuo e la società. Sai, mi piacerebbe cantare. Ma ciò che avrei da dire non piacerebbe. O scrivere, ma potrei solo partorire denunce sul male che circonda la nostra era, l'ignoranza. T'immagini? Una canzone d'insulti alla Eminem, in chiave soul come Mariah. Un paradosso. Più ci si accultura, più si corre il rischio di diventar aridi, eremiti, chiusi in se stessi, liberi di volare, ma soli. Ed è sbagliato, non serve. Bisogna cercare soluzioni, non conclusioni. Mi vien in mente L'Albatro di Boudelaire. L'ignoranza è un bene. Una frase che circola tra i miei pensieri periodicamente. Basta guardar poi la finestra, scorgere un raggio di sole, e dirsi, "fanculo, cosa faccio oggi?" ... Credo che uno dei passatempi migliori per l'uomo sia il giardinaggio. Un modo per chiedere perdono alla terra per tutte le volte che ti metti alla guida, o tutte le volte che getti qualcosa per strada. Al momento non ho niet'altro da aggiungere.